Perché la maggioranza ha ridotto da 18 a 12 mesi la possibilità di poter pagare ratealmente i debiti da parte di cittadini e imprenditori ? Perché è stata inserita una soglia minima entro la quale può essere esercitato il “diritto di interpello” per poter rientrare nel pagamento rateale?
Questo è quanto ci chiediamo come Gruppo Consiliare del PD di Spoleto, non ritenendo giuste le modifiche apportate al regolamento sulle entrate comunali derivanti dalla delibera del 22 giugno, da parte della maggioranza del Sindaco Cardarelli. Di fatto viene ridotta la possibilità a cittadini, imprenditori e artigiani di fare affidamento al “diritto di interpello” (previsto dalla leggi nazionali) per poter pagare in maniera dilazionata i debiti accumulati nei confronti del Comune. In un periodo in cui permane ancora lo stato di crisi economica per numerose imprese del territorio ed è alta l’emergenza sociale per molte famiglie, riteniamo inopportuna – sostengono i consiglieri – la modifica dell’attuale regolamento, che prevedeva una dilazione del pagamento in 18 mesi per debiti fino a 10.000 euro, invece che in 12 mesi come ha voluto approvare l’attuale amministrazione. Ora i cittadini di Spoleto avranno 6 mesi di tempo in meno per rateizzare i tributi dovuti al Comune.
Siamo proprio sicuri che aumentare gli importi delle rate e ridurre i mesi a disposizione per il saldo, sia la strada giusta per riscuotere il dovuto nei confronti di cittadini e imprese? Come se non bastasse, la Giunta ha inserito un’ulteriore, a loro dire piccola, modifica sul diritto di interpello: mentre nel precedente regolamento chiunque avesse debiti con il comune, nella fase che precede la riscossione coattiva, poteva chiedere la dilazione di pagamento, ora la rateizzazione potrà essere richiesta solo a partire da tributi superiori ai 200,00 euro. Sia in Commissione Normativa, che in Consiglio comunale, non si è voluta ascoltare la voce del PD che chiedeva di pensare alle tante famiglie in difficoltà, senza lavoro o cassa integrati, per le quali anche 200 euro rappresentano uno scoglio insormontabile se non rateizzati: escludere il diritto di interpello a queste famiglie o anche ai piccoli artigiani è escludere di fatto quella parte di popolazione che vive al limite della soglia di povertà e che forse ha più bisogno del rateizzo dei tributi dovuti. Si ricorda come sia di questi giorni la notizia che in Umbria, nel 2015, hanno chiuso i battenti 400 imprese artigiane; quante di queste sono spoletine?
Dopo la bocciatura del “baratto amministrativo” proposto dal Partito Democratico, il Comune di Spoleto ha pensato bene, non solo di eliminare una formula per venire incontro a sistemi di pagamento alternativi ai cittadini, ma anche di restringere tempi e modalità di accesso alla possibilità di rateizzazione dei debiti di imprese e famiglie.
Il costo sociale di queste scelte potrebbe essere grande. Non è questa la strada per far risollevare Spoleto dalla crisi.
Gruppo Consiliare PD Spoleto