Come è strana la verità… A volte è una semplice questione di punti di vista, e tutto cambia. Anche in materia di crisi di giunta. E così, mentre l’ormai ex assessore al bilancio Agnese Pula rassegna le proprie dimissioni, guarda caso a un mese dall’approvazione del bilancio nonché la sera precedente la votazione dell’agenda urbana e del servizio di tesoreria, segnando di fatto l’apertura ufficiale della crisi – già in atto, di fatto, da tempo – della giunta Cardarelli, ecco che il primo cittadino se ne esce in aula di consiglio comunale con la frase: “L’assessore si è dimesso perché è stanco, anche se qualche giornale online ci ricamerà sopra”. Dunque è per stanchezza che l’assessore delegato alle economie dell’ente avrebbe rassegnato le dimissioni, e non – per dire – perché si cerca di far passare per il consiglio competenze che sono in capo alla giunta.
Per esempio, a leggere l’ordine del giorno del consiglio comunale di oggi pareva che si sarebbe votata soltanto la convenzione con la Regione Umbria, ed invece il segretario generale Ruggeri ha chiarito che “l’articolo 42 del Tuel (competenze residuali alla giunta, ndr) non lascia dubbi, quindi per rispettare un programma di interventi tra i quali quello alla lettera b) ‘programmatoria’ approviamo il piano economico finanziario… Con impegni per i bilanci successivi”. Chiaro il concetto? Il consiglio prende impegni anche per gli esercizi successivi, mentre il bilancio di previsione 2016 è ancora da sistemare e l’assessore al bilancio si è appena dimesso. Guarda caso, come dice il sindaco, “l’assessore è stanco”. Viene da chiedersi: stanco sì, ma di che cosa?
Altro fatto degno di nota è stata la votazione relativa al servizio di tesoreria, che il Comune appalta ad un istituto di credito. Se il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro Cretoni, impiegato in banca, ha correttamente ritenuto opportuno non partecipare alle votazioni, lo stesso non può dirsi per la sua collega di maggioranza Maria Cecilia Massarini, che ha votato favorevolmente ma anche in palese conflitto di interessi. Anche in questo caso è incredibile come la verità cambi colore a seconda delle prospettive, e come il concetto di conflitto di interessi – molto radicato in Cardarelli e compagnia ai tempi dell’opposizione – vada sfumando con il passare del tempo e il cambiare dei ruoli istituzionali. Sulla questione, comunque, gli organi di competenza si esprimeranno con la dovuta serenità.
Ma non è ancora tutto. Per raggiungere il milione e 200 mila euro necessari a chiudere il bilancio senza subire la censura dei revisori dei conti, l’amministrazione Cardarelli sta facendo di tutto di più. Questa mattina l’assessore Campagnani si vantava che l’esecutivo fosse riuscito a reperire tutti i fondi programmati dalle multe, quasi sbeffeggiando chi aveva criticato la giunta. Certo è che lasciare due pattuglie dalla mattina fino a mezzanotte a fare multe è una scelta politica ben precisa che comprendiamo pur non condividendola affatto: ma da qui a vantarsene ce ne corre, e anche parecchio. L’atteggiamento punitivo e vessatorio nei confronti dei cittadini, messo in campo anche nel regolamento della raccolta dei rifiuti, è tipico delle peggiori amministrazioni della vecchia destra, punitive, chiuse ad ogni dialogo.
Una realtà che non ci appartiene, e che fino a qualche tempo fa non apparteneva, almeno in teoria, neanche all’assessore Campagnani. Ma evidentemente anche questo è un altro esempio di prospettive differenti attraverso le quali guardare la verità. Il dirigente Gori era stato chiaro: l’obiettivo di recupero era irraggiungibile entro i tempi stabiliti dai revisori dei conti. Ma quanto costano, poi, tutti gli straordinari chiesti e ottenuti dalla polizia municipale?
La verità, per noi, è una sola: Spoleto, nel giro di poco più di due anni, è diventata la città delle multe, in mano ad un gruppo di dirigenti comunali che guidano e orientano amministratori incapaci, impreparati e che vivono alla giornata dimenticando il proprio programma elettorale. E a questo punto il dubbio se questo programma sia mai esistito, o se si sia solamente trattato di uno specchietto per le allodole, diventa più che legittimo. Una mancanza collettiva, quella di Cardarelli e della sua “squadra” di governo, che si vorrebbe far pagare ai consiglieri comunali di maggioranza e minoranza attraverso votazioni gravi, gravose, camuffate da semplici formalità quali l’approvazione di una convenzione. Ma oggi in consiglio comunale è andato in scena ben altro. La disperazione, anche quella politica, gioca brutti scherzi e spinge a compiere atti sconsiderati: per questo motivo, ancora una volta, invitiamo tutti i consiglieri, soprattutto quelli di maggioranza, a leggere bene le pratiche e a valutare con attenzione ciò che queste persone chiedono di approvare.
Gruppo consiliare PD Spoleto
Gruppo consiliare Misto